Buon compleanno Donne

Buon compleanno Donne

Ogni anno in tutto il mondo si festeggia la giornata internazionale della donna per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche delle donne, sia le discriminazioni e i maltrattamenti a cui sono ancora soggette in molte parti del mondo. Quest’anno la festa della donna festeggia 100 anni. La storia (o leggenda?) racconta che nel 1911 un gruppo di giovani immigrate che lavoravano 14 ore al giorno, 6 giorni a settimana, per una manciata di dollari si trovarono intrappolate all’interno della loro fabbrica poiché i proprietari, per timore che le sartine si allontanassero dal posto di lavoro, avevano dato ordine di chiudere a chiave le porte. E quando scoppiò l’incendio, l’Asch Building si trasformò in una trappola mortale. Morirono in 129. Oggi più nessuno ricorda questo triste evento e il suo significato, ma la festa diventa motivo di speculazione tra mimose intoccabili, menù con prezzi alle stelle e “ragazzine” in discoteca che inneggiano bramose verso l’altrui sesso, che a rigor di logica dovrebbe, almeno per quel giorno, essere dimenticato.

Quand’ero piccola avrei voluto nascere maschio. Continuavo a pensare, e ne ero fermamente convinta, che la vita dei maschi fosse più semplice: senza pensieri, senza preoccupazioni dovute all’età, senza vincoli. Ho sempre preferito l’amicizia con i maschi piuttosto che con le ragazze: mai nessuna forma di competizione, mai nessuna gelosia o atteggiamento schivo, cosa che invece capitava spesso tra amiche. Invece poi crescendo mi sono dovuta ricredere.

Nella mia vita  ci sono state tre donne che hanno condizionato in positivo il mio modo di essere e devo ringraziare loro per avermi insegnato ad affrontare le difficoltà di ogni giorno.

La prima è mia mamma.

In una società dove fino a pochi anni fa l’impostazione della famiglia era di tipo patriarcale, la mia famiglia è stata un’eccezione. Mio padre è sempre stato molto liberale, lasciando a mia mamma i suoi spazi come donna, moglie e madre. Ho sempre creduto che fosse speciale, ma oggi credo che sia molto di più. Mia mamma è una delle donne più importanti della mia vita. In molte occasioni ho potuto constatare la sua forza, la sua personalità, i suoi principi tra cui quello più importante di rispetto del prossimo, virtù che trascina dietro sé altre virtù quali amore, fiducia, lealtà. Alcune cose continui a darle per scontate finché non ti accorgi, provandole sulla tua pelle, che non tutti hanno gli stessi principi o condividono le tue idee, per giuste che possano essere.

La seconda donna della mia vita è quella con cui ho condiviso una delle mie passioni: la ginnastica artistica. Lei mi ha insegnato che nella vita non bisogna arrendersi mai, bisogna essere ottimisti e trasmettere positività; soprattutto la cosa che ammiro di lei è quella di avermi dato la possibilità di agire e di esprimere la mia creatività, utilizzandola al meglio. Grazie a lei ho capito cosa vuol dire combattere per quello in cui si crede, cosa vuol dire lavorare in gruppo, la bellezza di condividere i momenti belli, ma l’importanza di stare uniti nei momenti brutti; rispettare gli altri e pretendere il rispetto; comunicare, collaborare, scambiare opinioni; perché tutto questo contribuisce alla crescita personale. Ho capito che ottenere un piccolo successo con la tua fatica e condividerla con persone amiche è più gratificante che non raggiungerlo da sola; che la vita ti dà tanto quanto tu dai a lei; che se fai del male questo ti torna; che la vita è una sola e bisogna godersela fino in fondo senza sacrificare quello in cui crediamo.

La terza donna è stata fondamentale nella mia formazione professionale. Quando entri nel mondo del lavoro, tutto ti sembra più grande di te. Un abisso divide il mondo universitario da quello del lavoro, dove è importante capire le regole del gioco per non cadere in una trappola con uscita complicata o impossibile. Grazie a lei ho capito le dinamiche che ruotano attorno a certe scelte e a certi atteggiamenti così da potere effettuare, come una pedina, la giusta mossa sulla “scacchiera” della vita lavorativa. Mi ha insegnato che autorevolezza e impegno insieme a disponibilità e umiltà, linguaggio appropriato e competenza in ambito professionale, passione e curiosità in ogni occasione sono i giusti ingredienti per uscirne vincente.

Anche se viviamo in una società dove l’emancipazione della donna è ancora in atto, e lo dimostrano le tante aziende dove il gentil sesso è presente in una percentuale bassissima e nella maggior parte relegata a mansioni di minore considerazione, ci sono delle eccezioni segno che qualcosa sta cambiando…. e vedi la luce nel cammino che percorri, la speranza che non può piovere per sempre….e che dopo la tempesta c’è sempre l’arc an cel cum l’on dì en piemunteis

di Giordano Sara