Meriggio Italiano

Papà di Perani non mi aveva mai parlato: eppure quella partita con la Corea era un suo discorso e disagio ricorrente.

Quando iniziai a raccogliere le figurine, nel ’68, eravamo in piena rimozione, ed io ovviamente sapevo che Marino Perani era l’ala destra del Bologna, però non sospettavo, così acquattato tra le centinaia di giocatori di seconda fila della serie A, avesse avuto una qualche parte nella storia recente.

Quattro presenze in nazionale, l’ultima quel giorno. Nei primi dieci minuti Perani sbagliò tre conclusioni facili, ma certo non si sapeva ancora il seguito.

Papà ricordava pali e traverse (che non ci furono) e tante occasioni, ma forse le uniche azioni pulite e chiare, prima che il capitano uscisse per un inutile fallo a centrocampo, erano state quelle. Ed anzi verso la fine rischiammo il secondo gol. Papà diceva: “Se fossero in buona fede, quella partita la farebbero rivedere”.

Ma c’era Brera, aggiungeva, a cui il gioco del Bologna non piaceva proprio (per Brera, diceva papà, “Il risultato ideale è lo zero a zero”).

A volte penso che ora papà stia parlando con Dall’Ara, che ripete senza sosta che “Così si gioca solo in paradiso” (e credo che ora ne sappiano qualcosa entrambi).

Se non ci fosse quel Brera che scuote la testa…

di CARLO SANTULLI