INTERVISTA – Gabriele Albanesi: “Surrounded e Paranormal Stories due sane dosi di cinema horror per il nostro pubblico e il sistema cinema italiano”

Nel giro di una settimana sono usciti al cinema due horror italiani, Surrounded e Paranormal Stories. A produrre entrambi i film è stato Gabriele Albanesi, già regista de Il Bosco Fuori e di Ubaldo Terzani Horror Show, due opere che sono state distribuite anche negli Usa e che hanno ricevuto diversi riconoscimenti.

Gabriele Albanesi

Gabriele Albanesi

Per riflettere sul genere horror e parlare in particolare dei due film che ha appena prodotto per la sua Gabriele Albanesi Produzioni, abbiamo deciso di intervistarlo.

Surrounded e Paranormal Stories, entrambi prodotti dalla Gabriele Albanesi Produzioni. Quali sono i punti di forza di questi due film?

Surrounded ha la sua forza nell’unità di tempo, luogo e azione: 24 ore nella vita di una insegnante sotto assedio nella sua villa di campagna, dopo che il marito si assenta per un viaggio di lavoro. Paranormal Stories, al contrario, ha il suo punto di forza nella ricchezza e nella varietà delle storie dovute ai punti di vista di sei registi differenti.

Da produttore di entrambe le opere, qual è stata la scommessa?

La scommessa è la stessa per entrambi i film: iniettare sane dosi di cinema di genere al pubblico nostrano e al sistema cinema italiano.

"Surrounded"

“Surrounded”

In Paranormal Stories, all’interno dell’episodio cornice, si susseguono cinque episodi diversi. Un’ottima idea per mostrare cinque corti di giovani registi. Quanto è importante un progetto del genere anche per il futuro del cinema italiano?

E’ sempre molto importante quando dei nuovi registi si affacciano sulla scena, tutti esordienti. Uno di loro, Tommaso Agnese, ha appena terminato le riprese della sua opera prima così come anche altri del gruppo stanno per esordire nel lungo. Paranormal Stories è stato per loro un banco di prova, ottimamente superato.

Lei ha realizzato il prologo e l’epilogo del film. Cosa rappresenta per lei quel bambino “isolato” che guarda di nascosto il film horror? La sua stanzetta è piena di pupazzi-omaggi al cinema (Saw L’enigimista, Ghostbusters…).

L’horror va sempre a braccetto con la dimensione dell’infanzia. La figura del bambino crea istantanea immedesimazione, richiama le paure da sempre presenti in noi e il nostro lato fanciullesco mai sopito. La cameretta del prologo è stata arredata come un vero e proprio museo del nostro immaginario cinematografico più ludico, tutti oggetti e feticci che poi prenderanno inaspettatamente vita…

"Paranormal Stories"

“Paranormal Stories”

Il finale che lei ha girato ha un forte sapore anni ’80, mi viene in mente Il Burattinaio e Dolls del 1987. Ha una certa nostalgia verso quei film e quelle atmosfere horror di quegli anni?

Esattamente, la cornice da me realizzata voleva essere un omaggio al cinema americano fantastico degli anni 80, quello di matrice spielberghiana/dantiana. Penso all’episodio di Dante del film Ai Confini della realtà, con il bambino con poteri ESP, ma anche a Gremlins o, in tempi più recenti, Small Soldiers. Sono contento che hai colto questo spirito di fondo. Per me è stato un divertimento e anche uno sperimentare umori diversi, volevo provare qualcosa di più leggero e fantasy rispetto all’horror sanguinario dei miei film precedenti.

Se è vero che il cinema è sempre lo specchio della società, cosa ne pensa degli horror sul paranormale che sono sempre più frequenti? Secondo lei, visto che il target sono soprattutto i ragazzi, questo tipo di storie rappresentano bene le inquietudini e il malessere giovanile di questi tempi difficili?

C’è sicuramente un grande bisogno di evasione e da sempre l’horror è il genere che per eccellenza sublima le paure e le tensioni collettive, quello che meglio riflette lo stato sociale. Attualmente c’è ancora una fortissima richiesta del filone mockumentary, del falso documentario con riprese in soggettiva, e questo testimonia come il pubblico cerchi emozioni il più possibile vicino alla realtà, o che restituiscano l’effetto di realtà.

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Qual è il Cameralook in un film dell’orrore che l’è rimasto più impresso e perché.

Phenomena di Dario Argento, il momento in cui il bambino mostro si volta per la prima volta verso di noi rivelando la sua orrenda dentatura. Visto da piccolo è stato un trauma! Benefico, ovviamente.

Intervista di Giacomo Aricò

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